lunedì 30 maggio 2016

Negoziazione assistita: i modelli del CNF

fonte:  laleggepertutti.it



Pubblicati i modelli ufficiali in materia di negoziazione assistita, redatti dal CNF, per tutti gli avvocati che vorranno utilizzare il nuovo sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie anche in materia di famiglia.

Il CNF ha messo a disposizione i fac-simili sul proprio sito, che potrete anche trovare al termine di questo articolo in pdf scaricabile con un click, a seguito della Prima Giornata Nazionale sulla Negoziazione Assistita. “La negoziazione assistita nel contesto degli strumenti stragiudiziali: opportunità e strategie per l’Avvocato del terzo millennio”: questo il titolo dell’incontro organizzato dal Consiglio Nazionale Forense, cui ha partecipato il mondo dell’avvocatura.


Super ammortamento: cos’è e come funziona

fonte:  laleggepertutti.it



Con una delle sue ultimissime circolari [1] l’Agenzia delle Entrate chiarisce come si debba applicare  il bonus del super ammortamento, ecco tutti i dettagli ed i nostri esempi pratici.


Super ammortamento: come funziona?


Soluzioni di restructuring per le famiglie in difficoltà nel pagare le rate del mutuo



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CARATTERISTICHE

Vendita "amichevole" a doRealEstate che concede in locazione all'alienante l'immobile acquistato dietro pagamento di un canone di locazione determinato in base ai prezzi medi rilevati sul mercato di riferimento, con possibilità di successivo riacquisto mediante l'esercizio di un patto di riscatto (entro i cinque anni dalla vendita) o di un'opzione di acquisto (dal sesto all'ottavo anno dalla vendita).

VANTAGGI

venerdì 27 maggio 2016

I vantaggi della srl semplificata:


La società a responsabilità limitata semplificata (Srls) è una variante della tradizionale Società a responsabilità limitata (Srl), pensata soprattutto per startup e giovani imprenditori. Suscita sempre molto interesse e curiosità, soprattutto per le sue caratteristiche più pubblicizzate, che però possono anche essere fuorvianti. Sentiamo parlare spesso della possibilità di aprirla solo «con 1 euro»: detto così suona bene, ma in realtà la Srls non è economica – e nemmeno semplice – come potrebbe sembrare.

Se si cerca un’alternativa alla Srl non si può fare a meno di prenderla perlomeno in considerazione, anche perché la vecchia Srlcr (Srl a capitale ridotto) non esiste più.

Vediamo di cosa si tratta, passando subito a vantaggi e svantaggi.

giovedì 26 maggio 2016

La composizione delle crisi da Sovraindebitamento….una via di uscita dai debiti….

La recente legge n. 3 del 27 gennaio 2012 ha, per la prima volta, introdotto nel nostro ordinamento una procedura di esdebitazione destinata a coloro che non possono accedere alle procedure concorsuali previste dalla Legge fallimentare.

Il procedimento previsto dalla legge n. 3/12 é rivolto quindi ai privati ed alle piccole imprese e permette la cancellazione dei debiti pregressi (discharge) del debitore (persona fisica o ente collettivo ovvero consumatore) ivi compresi quelli verso il fisco (Equitalia).

Come richiedere una visura al crif



Verifica i tuoi dati
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venerdì 20 maggio 2016

Quando si chiude il pignoramento della casa?

fonte:   laleggepertutti.it


Pignoramenti immobiliari: con le novità approvate dal Governo e contenute nel nuovo “Decreto Banche” [1], si fa più vicina la possibilità, per il debitore con casa ipotecata e pignorata, di tornare nella piena disponibilità del proprio immobile e vedere chiusa finalmente l’esecuzione forzata. Insomma: è proprio il caso di dire che le aste hanno “le ore contate”. Questo perché, da un lato, la nuova legge fissa un numero massimo di esperimenti di vendita (quattro) che sarà difficile superare; dall’altro lato, tale disposizione va coordinata con un articolo del codice di procedura civile [2] – anch’esso di recente introduzione – che consente al giudice di estinguere il pignoramento tutte le volte in cui il prezzo della base d’asta scende in modo eccessivo rispetto al credito fatto valere e al valore della casa stessa. Ma procediamo con ordine.


Quattro aste in tutto

Se rifiuto la raccomandata

fonte:   laleggepertutti.it


Posso rifiutare una raccomandata?

Capita di sapere in anticipo che presto ci verrà recapitata una raccomandata che non vorremmo mai ricevere. In casi del genere, si pensa di risolvere il problema non ritirandola, senza sapere, invece, che il rifiuto di accettazione non mette al riparo da nulla e, anzi, può essere controproducente. Vediamo cosa comporta nella pratica.


Cosa produce il rifiuto della raccomandata?



giovedì 19 maggio 2016

Così la banca può pignorare o vendere la casa del debitore

Fonte:  laleggepertutti.it


Il decreto legge “Salva Banche”, approvato dal Governo a inizio mese, che consente agli istituti di credito di espropriare o mettere all’asta e vendere la casa del debitore in tempi brevissimi, superando così i tradizionali problemi delle esecuzioni forzate, non ha ancora acceso i motori, ma quando ciò accadrà – probabilmente già nei prossimi mesi – saranno evidenti i forti effetti non solo sui mutui futuri, ma anche sulle espropriazioni in atto e sul mercato immobiliare.

martedì 17 maggio 2016

Notifiche: Equitalia deve produrre solo la raccomandata a.r




Se il contribuente asserisce di non aver mai ricevuto la cartella di pagamento di Equitalia, spetta a quest’ultima dimostrare il contrario. E come? Non certo con l’estratto di ruolo, neanche se “autenticato” dai propri funzionari (che, sicuramente, non sono pubblici ufficiali). È necessaria la ricevuta della raccomandata con avviso di ritorno per provare che il contribuente ha ricevuto correttamente il plico. L’agente della riscossione non è invece obbligato a produrre la copia della cartella stessa sulla cui notifica si controverte. È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente sentenza [1].



lunedì 16 maggio 2016

Cartelle Equitalia: le contestazioni da non sollevare mai

Fonte:   laleggepertutti.it


Quando si riceve la notifica di una cartella di pagamento di Equitalia (la cosiddetta cartella esattoriale) per importi in realtà dovuti, non sono pochi i contribuenti a tentare la “scappatoia” del ricorso, ancorandosi a vizi formali, per non corrispondere gli importi richiesti dall’Agente della riscossione. Alcune di queste contestazioni, però, sono del tutto inutili e potrebbero solo far spendere soldi al ricorrente; altre, invece, gli si potrebbero addirittura ritorcere contro, come le eccezioni sui difetti di notifica. Una panoramica di ciò che non è consigliabile fare la offre una recente sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Toscana [1] che val la pena di segnalare quale emblema di come, da una vicenda di per sé insignificante, si possa stilare un vademecum delle cause contro Equitalia.


venerdì 13 maggio 2016

Bonus mobili: nuove regole per i bonifici

Fonte: Laleggepertutti.it


L’Agenzia delle Entrate ha da ultimo ridefinito le modalità di accesso al bonus mobili e grandi elettrodomestici e dal 2016 anche per il bonus mobili per le giovani coppie [1].

Sino a pochi giorni fa il bonifico attraverso il quale era necessario acquistare i mobili o gli elettrodomestici per fare poter richiedere il bonus doveva essere un “bonifico parlante”, nella causale doveva cioè riportare la norma agevolativa e il codice fiscale del beneficiario, la detrazione e il numero di partita Iva o codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato (e per il quale è prevista anche la trattenuta della ritenuta del 4% [2]). Questa regola imposta dalle stesse Entrate nel 2013 [3] prevedeva che se il pagamento era effettuato secondo bonifico bancario o postale era necessario utilizzare il bonifico predisposto da banche e poste, dunque il versamento, per chiarirsi, non poteva esser fatto via home banking, né tantomeno attraverso carte di pagamento. Il processo era insomma molto farraginoso.







Ipoteca di Equitalia nulla senza preavviso coi termini di ricorso

Fonte: Laleggepertutti.it


Il contribuente deve essere sempre messo nelle condizioni di conoscere le condizioni per esercitare il proprio diritto di difesa: il che significa che ogni atto di Equitalia, sia esso una cartella di pagamento o un preavviso di fermo o di ipoteca, deve indicare espressamente e in modo chiaro e intellegibile, le modalità e termini per poter ricorrere al giudice e fare opposizione. È vero, la legge non ammette ignoranza, ma ciò riguarda solo le norme di diritto sostanziale e non quelle sulla procedura: sicché l’amministrazione si deve sempre porre in una condizione di trasparenza e collaborazione, tanto da garantire a ogni cittadino, all’interno delle proprie comunicazioni, la conoscenza anticipata dei diritti che gli competono. È pertanto nulla, e deve essere immediatamente cancellata, l’ipoteca iscritta da Equitalia sull’immobile di proprietà del debitore senza che quest’ultimo sia stato previamente informato su come proporre ricorso, qualora voglia opporsi.
Questo importante principio è stato finalmente formalizzato dal più alto organo della giurisprudenza italiana: la Cassazione ha infatti messo nero su bianco tale principio in una sentenza pubblicata poche ore fa [1]. La pronuncia suona come una sonora bacchettata alle comunicazioni, tutt’altro che rare, sbrigative e frettolose di Equitalia.

Canone Rai: le modalità per inviare l’autocertificazione

Fonte: Laleggepertutti.it




Per non pagare il canone Rai è necessario trovarsi alternativamente in una delle tre seguenti condizioni:

non avere una televisione in casa;
essere parte di un nucleo familiare dove già un soggetto versa il canone Rai (verosimilmente attraverso l’addebito sulla bolletta della luce)
essere anziani over 75 anni con reddito (sommato al coniuge) di non oltre 8mila euro.

In tali casi, il contribuente è obbligato – per non vedersi addebitare il canone sulla bolletta della luce – a inviare all’Agenzia delle Entrate un’autocertificazione secondo le istruzioni che abbiamo fornito sulla nostra guida (in cui è presente anche il modulo): leggi “Come inviare l’autocertificazione di non possesso tv”.

Garanzia illimitata se il venditore conosceva i difetti del bene venduto

Fonte: Laleggepertutti.it


Contachilometri dell’auto di seconda mano alterato in vista della vendita, ma la concessionaria fa firmare all’acquirente, prima del passaggio di proprietà, una clausola con cui si esclude la garanzia del venditore: il patto non è valido e il consumatore può ugualmente chiedere il risarcimento del danno o l’annullamento del contratto con restituzione dei soldi versati. Questo perché il codice civile stabilisce che l’accordo, tra venditore e acquirente, con cui quest’ultimo rinuncia alla garanzia sul bene acquistato non ha alcun effetto se il venditore, in malafede, ha taciuto al compratore i vizi della cosa. A ricordarlo è una sentenza della Cassazione pubblicata ieri [2].   La norma presuppone che il venditore abbia raggirato il compratore tacendo consapevolmente i vizi della cosa venduta dei quali era a conoscenza, inducendolo così ad accettare la clausola di esonero dalla garanzia che altrimenti non avrebbe accettato.

giovedì 12 maggio 2016

Finanziamento per non bancabili: Prestito della Speranza




Il Prestito è finalizzato al reinserimento lavorativo oppure all’avvio di un’attività autonoma. Può essere richiesto un finanziamento per un’attività di formazione, di riqualificazione professionale, sulla base delle attitudini e delle esperienze lavorative. In base alle competenze del richiedente e alle possibilità offerte dal mercato, può essere costruito un percorso di reinserimento lavorativo o di sviluppo di un’attività autonoma I richiedenti , se persone fisiche, devono essere in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:
a) certificazione ISEE rilasciata da ente ufficiale abilitato, attestante lo stato di necessità;
b) nel caso di disagio, malattia, o invalidità: copia della documentazione attestante la circostanza, rilasciata dall’INPS o da altro organo competente (Ente pubblico, Asl….)
c) nel caso di disoccupazione: lettera di Licenziamento e periodo di preavviso o fine contratto, o iscrizione alle liste di disoccupazione Alle microimprese viene richiesto:
1) Iscrizione alla Camera di Commercio e partita iva;
2) Bilancio degli ultimi tre anni o di un periodo inferiore equivalente all’intero periodo di attività,
3) Business-plan del progetto di rilancio;
4) Business plan di start up di nuova attività;
5) Regolarità delle posizioni fiscali e contributive (DURC)

mercoledì 11 maggio 2016

Anatocismo solo in opposizione al decreto ingiuntivo, non all’esecuzione.

Fonte:   laleggepertutti.it

Non si può più contrastare il pignoramento della banca, con l’opposizione all’esecuzione forzata, se oggetto della contestazione è la presenza di interessi anatocistici: infatti la sede appropriata per tale tipo di contestazione è l’opposizione al decreto ingiuntivo. L’importante chiarimento è stato offerto poche ore fa dalla Cassazione [1].



Tutte le volte in cui la banca notifica al proprio cliente un decreto ingiuntivo (il che avviene quando non è in possesso di un titolo esecutivo come, ad esempio, il contratto di mutuo, circostanza questa che le darebbe altrimenti la possibilità di procedere direttamente al pignoramento), la nullità dell’anatocismo deve essere sollevata nell’opposizione al decreto ingiuntivo. Troppo tardi è, invece, far decorrere il termine dei 40 giorni per tale opposizione e poi dolersi dell’anatocismo con una opposizione al pignoramento (cosiddetta opposizione all’esecuzione).


L’affitto per evitare il pignoramento della casa

Fonte:   laleggepertutti.it

Uno dei metodi che alcuni debitori utilizzano per evitare il pignoramento della casa è quello di darla in affitto: si tratta, nella gran parte dei casi, di simulazioni volte solo a scoraggiare il creditore. Difatti la legge stabilisce che, se il contratto di affitto è stato registrato prima della trascrizione dell’atto di pignoramento, può essere opposto al creditore procedente. Non che, quindi, l’immobile non possa essere pignorato e venduto, ma l’inquilino non potrà essere sfrattato dal nuovo proprietario il quale, pertanto, non potrà adibire l’immobile a propria abitazione.

martedì 10 maggio 2016

Opposizione a decreto ingiuntivo: mediazione al creditore opposto

Fonte: laleggepertutti.it


Si consolida la giurisprudenza secondo cui l’obbligo di attivare la mediazione, in caso di opposizione a decreto ingiuntivo, spetta al creditore opposto pena la revoca del decreto ingiuntivo: a prendere le mosse dalla sentenza della Cassazione dell’anno scorso – che, invece, aveva addossato l’onere sul debitore opponente – non c’è solo il tribunale di Firenze e il giudice di Pace di Taranto, ma anche il tribunale di Busto Arsizio [1].
L’intervento della Suprema Corte non è riuscito a definire il forte contrasto giurisprudenziale sull’obbligo della mediazione in caso di opposizione a decreto ingiuntivo. La questione continua a dividere i giudici e, soprattutto, a gettare incertezza tra le parti e i rispettivi avvocati. La posta in gioco è altissima. Infatti:

Sfratto bloccato: necessaria la prova della mediazione

Fonte: laleggepertutti.it



Il padrone di casa che abbia iniziato lo sfratto contro l’inquilino moroso deve, in caso di contestazione da parte di quest’ultimo, avviare il tentativo di mediazione dopo la prima udienza. Diversamente, la procedura di sfratto si blocca e il locatore viene anche condannato alle spese legali. È quanto ricorda il tribunale di Mantova con una recente sentenza [1]. Nel caso di specie non era stata data prova della mediazione perché nessuno aveva depositato il relativo verbale di esperimento negativo, documentazione che andava esibita all’udienza successiva.



Finanziamenti per non bancabili garantiti dal fondo antiusura (famiglia)



Per accedere al Fondo e poter ottenere garanzie, il Ministero del Tesoro ha individuato alcuni criteri guida che dovranno seguire i garanti per valutare la meritevolezza del richiedente:

- Effettivo stato di bisogno del richiedente e serietà della ragione dell'indebitamento
- Capacità di rimborso del finanziamento concesso in base al reddito documentabile
- Entità dell'importo complessivo debitorio a carico del richiedente che deve rientrare entro i limiti di garanzia (Euro 30.000 circa da rimborsare in massimo 84 rate)


lunedì 9 maggio 2016

Rettifica valore immobili: quando l’Agenzia delle Entrate perde

Fonte:  laleggepertutti.it



Nel ricorso contro la rivalutazione dell’immobile operata dall’Agenzia delle Entrate, il fisco perde se fonda tutta la propria tesi sulle sole quotazioni Omi (Osservatorio del Mercato Immobiliare) ai fini dell’individuazione del valore venale di commercio della casa; sono necessari anche ulteriori elementi.

È appena passata una settimana dalla circolare cui cui l’Agenzia delle Entrate ha ridisegnato le strategie nel contrasto all’evasione fiscale e, tra queste, anche le modalità per operare la rettifica sul valore degli immobili (leggi la nostra guida sugli “Accertamenti immobiliari”). In tale documento, l’amministrazione finanziaria predica a sé stessa di non limitare l’indagine al confronto tra il valore dichiarato nell’atto di compravendita e le quotazioni Omi, ma di “andare oltre”, effettuando accessi sul luogo ed, eventualmente, anche all’interno dell’abitazione (fermo restando il rispetto delle garanzie del contribuente).

La rinuncia all’eredità può essere revocata dal creditore

Fonte:  laleggepertutti.it



Il debitore non può rinunciare all’eredità se, con tale scelta, anche se fatta senza alcun intento fraudolento, finisce per pregiudicare le aspettative dei suoi creditori. A questi ultimi, pertanto, è consentito agire in tribunale con la cosiddetta azione revocatoria: essa ha lo scopo di rendere senza effetti la predetta rinuncia e poter così pignorare i beni dell’eredità, onde soddisfare i propri diritti di credito. A ricordarlo è una recente sentenza della Cassazione [1].

Se non riesco a pagare le rate a Equitalia: che fare

Fonte: laleggepertutti.it



Anche pagando a rate, non sempre è facile estinguere un debito con Equitalia: così, non poche volte, chi ha ottenuto la dilazione dei debiti riportati sulle cartelle di pagamento (più propriamente chiamata rateazione), è costretto poi ad abbandonare il piano, esponendosi nuovamente al rischio di pignoramenti, ipoteche o fermi auto. Come noto, infatti, per le rateazioni successive al 22 ottobre 2015, si decade dal beneficio della dilazione in caso di mancato pagamento di cinque rate anche non consecutive, mentre per quelle anteriori al 22 ottobre 2015 vale ancora il vecchio limite delle 8 rate non necessariamente consecutive.

venerdì 6 maggio 2016

Le banche svenderanno gli immobili pignorati prima della riforma

Fonte e approfondimenti: laleggepertutti.it



Si applicheranno anche ai pignoramenti immobiliari già in corso le nuove regole, entrate in vigore ieri, che conferiscono alle banche super poteri: grazie infatti alla riforma contenuta nel decreto legge [1] voluto fortemente dal Governo Renzi per porre fine alla crisi del sistema creditizio, gli istituti di credito potranno acquistare, a prezzi scontati, gli immobili che loro stessi hanno pignorato negli scorsi anni e messo all’asta.
Sono tre, in particolare, gli aspetti destinati a sconvolgere le regole su cui, fino ad oggi, si sono basate le aste giudiziarie, aspetti che, peraltro, desteranno seria preoccupazione per chi, non essendo riuscito a pagare il mutuo, ha in corso una procedura espropriativa.


giovedì 5 maggio 2016

Cambia l’atto di pignoramento: il nuovo contenuto

Fonte:  laleggepertutti.it



Con il nuovo “decreto banche” [1] cambia il contenuto dell’atto di pignoramento che deve contenere un nuovo avvertimento per il debitore. Tutto nasce dalla riforma dell’art. 615 cod. proc. civ., relativo all’opposizione all’esecuzione, da cui è bene partire.

Secondo il nuovo testo dell’art. 615 cod. proc. civ., l’opposizione all’esecuzione per espropriazione è inammissibile se viene presentata dopo che il giudice abbia disposto la vendita o l’assegnazione del bene pignorato. Si tratta, dunque, di una causa di decadenza che dovrebbe ridurre il contenzioso e accelerare i tempi per eventuali opposizioni. Questa regola è suscettibile di una sola eccezione: l’opposizione, infatti, può essere ugualmente proposta oltre il termine appena indicato solo nel caso in cui sia fondata su fatti sopravvenuti o se l’interessato dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile.

Esecuzioni immobiliari: il pignoramento finisce dopo 3 aste

Fonte:  laleggepertutti.it



Addio interminabili – e a volte inutili – esperimenti di asta per la vendita degli immobili pignorati: i debitori, da oggi in poi, potranno dormire sonni più tranquilli perché, se la casa non viene venduta dopo il terzo tentativo di ribasso, la procedura esecutiva si chiude e il bene ritorna nella completa disponibilità del proprietario. È quanto prevede il testo del decreto legge “banche” entrato in vigore questa mattina [1].   Alla fine la promessa del Governo è stata mantenuta: la riforma delle procedure esecutive immobiliari è cosa fatta. Approdata ieri sera sulla Gazzetta Ufficiale, essa prevede una vera e propria rivoluzione nell’ambito dei pignoramenti di case, appartamenti, terreni e, in generale, qualsiasi altro immobile, stabilendo un tempo massimo di sei mesi dell’iter e una semplificazione generale, evitando inoltre il rischio di un deprezzamento dell’immobile per via del ribasso della base d’asta. Ma procediamo con ordine
I pignoramenti immobiliari, sino ad oggi, sono stati caratterizzati da una lunga serie di aste, da tempi biblici e continui ribassi di valore. Questo, se da un lato ha frustrato spesso le esigenze dei creditori – che, anche nell’ipotesi di vendita del bene, non sempre riuscivano a rientrare nell’importo vantato e nelle spese sostenute – ha di fatto peggiorato la condizione del debitore che, pur espropriato della casa, non si liberava della morosità; l’immobile infatti finiva per essere svenduto a un prezzo di gran lunga inferiore al proprio valore e allo stesso credito per cui si procedeva. Tutto ciò, però, da oggi non avverrà più.

Immobili pignorati: restituiti o svenduti. La riforma è retroattiva

Fonte:  laleggepertutti.it



Che fine faranno gli immobili già pignorati, con procedure iniziate negli anni passati, ora che la riforma, in vigore da stamattina, ha ridotto a tre le aste autorizzabili dal giudice? Il decreto legge sulle banche [1] non smette di stupirci: la nuova normativa si applicherà, con effetto retroattivo, anche alle procedure in corso, benché anteriori alla riforma. Ma procediamo con ordine.

Come abbiamo già spiegato in “Esecuzioni immobiliari: il pignoramento finisce dopo 3 aste”, dalla mezzanotte di oggi è entrata in vigore una profonda rivoluzione nell’ambito delle espropriazioni immobiliari. In sintesi, in caso di aste giudiziarie, il tribunale potrà disporre massimo tre esperimenti di vendita, ciascuno con un ribasso di un quarto rispetto al precedente prezzo; se questi dovessero andare deserti, e nessuno dovesse offrirsi per l’acquisto, il giudice potrà disporre una quarta asta, riducendo il valore dell’immobile fino alla metà. Una sorta di “svendita finale”.

martedì 3 maggio 2016

La cartella di pagamento di Equitalia scade dopo un anno

Fonte: laleggepertutti.it


Non tutti sanno che la cartella di pagamento di Equitalia può “durare” massimo un anno: la sua validità ha, cioè, un termine di “scadenza” oltre il quale non è più possibile procedere a pignoramento nei confronti del debitore. Una previsione questa che si aggiunge a quella sulla prescrizione dei tributi e delle sanzioni; pertanto le due discipline non si sovrappongono, ma anzi coesistono, potendo fornire al contribuente, in determinati casi, una doppia ancora di salvezza. Ma procediamo con ordine.   La legge [1] impone ad Equitalia di iniziare l’esecuzione forzata (con la notifica dell’atto di pignoramento) non prima che siano decorsi 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento, ma non oltre il termine di un anno dalla medesima notifica.   Se Equitalia rimane inerte e non consegna al debitore l’atto di pignoramento entro un anno dal ricevimento della cartella esattoriale, deve obbligatoriamente rinnovare l’invito a pagare le somme non riscosse con un ulteriore atto: non dovrà farlo con la notifica di una seconda cartella, bensì con un atto che viene chiamato intimazione di pagamento (anche detta intimazione ad adempiere).

Calcolo errato della pensione: nessuna restituzione all’Inps




Lettera dell’Inps al pensionato: “Ci dispiace, ma da un più attento esame della sua posizione, ci risulta che lei abbia percepito, a titolo di pensione, somme maggiori rispetto a quanto dovuto, per l’ammontare di euro… Pertanto La invitiamo a restituire gli importi percepiti indebitamente nel più breve tempo possibile”. Una comunicazione che, a molti pensionati, ha provocato preoccupazioni e notti insonni.

Ma è davvero possibile che, per un errore di calcolo dell’Inps ne debba rispondere il pensionato che, magari, nel frattempo, ha speso tutte le somme?



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