martedì 29 marzo 2016

Equitalia: come contestare la cartella senza avvocato

Fonte:  laleggepertutti.it


Se hai ricevuto una cartella di pagamento e vuoi contestarla senza ricorrere a un avvocato, devi innanzitutto verificare se la somma richiesta è dovuta o meno; solo successivamente potrai stabilire il metodo per la contestazione. Esiste infatti la possibilità, in determinate occasioni, di impugnare la cartella esattoriale senza bisogno un difensore così come è tuo diritto rivolgerti, in prima persona, all’amministrazione finanziaria e ad Equitalia stessa, secondo le opportune procedure previste dalla legge e di cui qui parleremo.

Dicevamo, la prima cosa da fare è verificare se la cartella di pagamento deve essere pagata o meno. Possiamo a riguardo fare alcune ipotesi:


1 – la cartella potrebbe avere ad oggetto pagamenti che sono stati già contestati, in passato, nel corso di un procedimento amministrativo o davanti al giudice e, in quella sede, annullati;

 2 – la cartella potrebbe richiederti somme che hai già pagato;

3 – la cartella potrebbe richiederti somme che sono state già oggetto di uno sgravio da parte dalla stessa amministrazione titolare del credito;

4 – la cartella potrebbe chiederti dei pagamenti per i quali, invece, l’ente creditore ha concesso, provvisoriamente, la sospensione in via amministrativa;

5 – la cartella potrebbe avere ad oggetto un credito prescritto o per il quale si è verificata la decadenza in epoca anteriore alla notifica della cartella;

6 – la cartella potrebbe chiederti delle somme che, in realtà, sono dovute da terzi (per esempio: la richiesta di pagamento fatta a un soggetto che abbia rifiutato l’eredità);

7 – la cartella potrebbe richiedere somme per le quali è già in corso un pignoramento nei tuoi riguardi e che, quindi, stai già pagando (si pensi al pignoramento dello stipendio o della pensione);

8 – la cartella potrebbe ricomprendere somme per le quali hai già ottenuto una rateazione da Equitalia;

9 – la cartella potrebbe avere ad oggetto somme che non sono dovute perché non ti è stato mai notificato alcun atto prima della cartella stessa;

10 – la cartella potrebbe essere stata notificata a un soggetto non appartenente alla tua famiglia e tu ne sei venuto a conoscenza solo accidentalmente.

Leggi: “Dopo quanti anni la cartella Equitalia va in prescrizione?”

Queste sono solo alcune delle ipotesi più frequenti di contestazione delle cartelle di pagamento di Equitalia.
Per alcuni di questi casi, la legge ti consente di presentare un’istanza in via amministrativa a Equitalia, per ottenere la sospensione della cartella. In altri casi puoi procedere con una richiesta di sgravio all’ente creditore. In ultima analisi è sempre possibile un ricorso al giudice per il quale non sempre ti serve l’avvocato.
Vediamo singolarmente tutte le possibili soluzioni.


Come sospendere la cartella di pagamento di Equitalia

Nei casi sopra indicati ai numeri 1, 2, 3, 4, 5 puoi presentare una richiesta di sospensione a Equitalia, agendo in prima persona, senza cioè dover ricorrere all’avvocato. La procedura può essere attivata solo a condizione che non siano decorsi più di 60 giorni dalla notifica della cartella.
Ecco cosa dovrai fare:

scaricare il modello per la richiesta di sospensione dal sito di Equitalia;
compilarlo e spiegare i motivi per cui non devi pagare;
allegare la documentazione che conferma quanto da te dichiarato;
allegare la copia di un documento di riconoscimento;
consegnarlo allo sportello di Equitalia o spedendolo senza busta (ripiegato cioè su sé stesso) con raccomandata a.r. allo sportello di Equitalia più vicino;
attendere 220 giorni durante i quali Equitalia dovrà inviare la tua richiesta all’ente creditore e ottenere da questi le dovute informazioni. Se non riceverai risposta entro 220 giorni, la cartella si considera non più sospesa, ma annullata definitivamente e non dovrai più pagare (è una ipotesi, infatti, di silenzio assenso).

Per esempio: se ricevi una cartella per una multa non pagata o pagata in misura parziale e invece sei in possesso della ricevuta di versamento, puoi attivare la procedura appena descritta anziché ricorrere al giudice di Pace.


Come chiedere l’annullamento del debito

Se ritieni che il credito non sia dovuto per altre ragioni rispetto a quelle appena elencate, puoi chiedere uno sgravio direttamente all’ente creditore mediante il cosiddetto ricorso in autotutela. Per esempio, per una cartella di pagamento contenente crediti dell’Inps, dovrai inviare la richiesta all’Inps e non ad Equitalia (a quest’ultima meglio inviare una copia per presa conoscenza).

Come detto, la richiesta da rivolgere all’ente si chiama “autotutela”. Con l’autotutela chiedi all’ente di correggere il proprio errore. Se l’ente annullerà in tutto o in parte il debito, invierà a Equitalia lo “sgravio”, cioè l’ordine di annullare il debito. Equitalia in questo modo cancellerà quel tributo dalla cartella.

Non ci sono formule particolari per l’autotutela, né è necessaria la difesa di un avvocato. Non sono neanche previsti termini massimi per la richiesta, anche se prima si agisce minori sono le possibilità di un pignoramento.

Per compilare la richiesta di autotutela devi indicare:
il tuo nome e cognome;
gli estremi della cartella con cui ti è stato chiesto il pagamento e il credito a cui essa si riferisce;
le ragioni della tua contestazione (a tal proposito non potrai più far valere eccezioni nel merito come un calcolo errato perché per queste i tempi sono ormai scaduti).

Ricorda sempre di allegare:
copia della cartella ricevuta
copia della documentazione che comprova quanto da te affermato
copia di documento di identità.


Come ricorrere contro la cartella di Equitalia

In ultima ipotesi puoi sempre ricorrere al giudice. Non sempre è necessario valersi di un avvocato. Infatti:

per le liti di competenza della Commissione Tributaria (IVA, Irpef, Ilor, Ici, Tasi, Tari, Imu, bollo auto, canone Rai e tutte le altre imposte) hai la possibilità di difenderti da solo per controversie di valore fino a 000 euro;
invece per le liti di competenza del Giudice di Pace (contravvenzioni e multe) hai la possibilità di difenderti da solo per controversie di valore fino a 100 euro.
 
Se il giudice ti dà ragione, annulla la cartella e tu non avrai più alcun debito con Equitalia.
Tuttavia capita a volte che l’ente non si adegui alla decisione del giudice. In questo caso, potrai far valere le tue ragioni ricorrendo direttamente al giudice e iniziare il cosiddetto “giudizio di ottemperanza”. Si tratta di un ulteriore ricorso per ottenere che l’ente applichi quanto già deciso da altro giudice.


Rivolgersi al Garante del Contribuente

C’è un’ultima possibilità che è quella di inviare una segnalazione al Garante del Contribuente, il quale però non ha la possibilità di annullare gli atti di Equitalia ma può solo chiedere a quest’ultima di correggere il proprio operato. Abbiamo spiegato come presentare il ricorso al Garante in questo articolo: “Il Garante del contribuente: come presentare il ricorso”.

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