mercoledì 27 maggio 2015

Successione legittima: come si calcola il grado di parentela

Fonte:  http://www.laleggepertutti.it/88999_successione-legittima-come-si-calcola-il-grado-di-parentela


Quando il de cuius muore senza lasciare testamento o questo è invalido, è la legge a stabilire chi sono i possibili eredi (si parla per questo di “successione legittima” per distinguerla da quella testamentaria)


In particolare, le persone successibili sono coniuge, figli, genitori, fratelli, altri parenti e infine, in caso di assenza di familiari, lo Stato.   La difficoltà di individuazione degli eredi sorge quando il de cuius muore senza lasciare coniuge, figli, genitori o fratelli. In questa ipotesi occorre infatti rintracciare i parenti del defunto entro il sesto grado. 




  Si applica il cosiddetto principio del grado secondo il quale il parente di grado più prossimo esclude tutti gli altri parenti dalla successione.   Il grado esprime infatti l’intensità del legame parentale: in questi termini prevale dunque chi è più vicino al de cuius. Se ci sono più parenti dello stesso grado l’eredità si divide in parti uguali fra loro.   Vediamo nel dettaglio come si calcola il grado di parentela che, per legge, deve tener conto della distinzione tra parenti in linea retta e in linea collaterale.   I parenti in linea retta sono le persone che discendono l’una dall’altra (genitori, figli, nipoti ecc.).   Invece, i parenti in linea collaterale sono quelli che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l’uno dall’altro.   Lo stipite è l’antenato comune a più parenti (per esempio fratelli e sorelle che discendono dallo stesso genitore).   All’interno della linea retta si computano tanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite; si contano dunque tutte le generazioni meno una. Per esempio, nonno e nipote sono parenti di secondo grado perché le generazioni sono tre (nonno, figlio, nipote) e si sottrae quella dello stipite (nonno).   All’interno della linea collaterale si computano le generazioni, salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all’altro parente, sempre restando escluso lo stipite; dunque si contano le persone risalendo fino allo stipite e poi ridiscendendo e infine si sottrae uno. Per esempio se A e B sono figli di due fratelli (quindi quelli che comunemente definiamo cugini di primo grado), sono tra di loro parenti di quarto grado perché si contano 5 generazioni (A, genitore di A, nonno, genitore di B, B) e si sottrae quella dello stipite comune ai due cugini, cioè il nonno.   Uno schema può sintetizzare la distinzione tra gradi all’interno delle parentele in linea retta e collaterale: 1° grado In linea retta: genitori-figli; 2° grado In linea retta: nonni-nipoti; in linea collaterale: fratelli e sorelle; 3° grado In linea retta: bisnonni – bisnipoti (figli dei nipoti); in linea collaterale: zii e nipoti; 4° grado In linea collaterale: cugini.   Diversi dai parenti sono i cosiddetti affini, cioè quelle persone che, pur se entrate a far parte della famiglia del de cuius, non hanno con questi un vincolo di parentela e sono pertanto esclusi dalla successione legittima. Si tratta per esempio di generi, nuore, suoceri e cognati.

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