mercoledì 11 maggio 2016

L’affitto per evitare il pignoramento della casa

Fonte:   laleggepertutti.it

Uno dei metodi che alcuni debitori utilizzano per evitare il pignoramento della casa è quello di darla in affitto: si tratta, nella gran parte dei casi, di simulazioni volte solo a scoraggiare il creditore. Difatti la legge stabilisce che, se il contratto di affitto è stato registrato prima della trascrizione dell’atto di pignoramento, può essere opposto al creditore procedente. Non che, quindi, l’immobile non possa essere pignorato e venduto, ma l’inquilino non potrà essere sfrattato dal nuovo proprietario il quale, pertanto, non potrà adibire l’immobile a propria abitazione.



 Il che, come facilmente si può comprendere, è un notevole deterrente alla buona riuscita dell’asta: chi mai acquisterebbe un immobile sapendo che, al suo interno, c’è un soggetto che potrebbe rimanerci magari per altri otto anni o che, in caso di mancato pagamento del canone, sarebbe difficile mandare via?   Peraltro anche se il padrone di casa non riesce a dimostrare che la locazione è anteriore, l’inquilino può rimanere in casa per altri sei anni. A riguardo leggi l’approfondimento “Locazione: immobile pignorato ma dentro c’è l’inquilino”.   La legge consente al creditore una tutela: l’azione revocatoria. Egli, cioè, potrebbe dimostrare che la locazione è stata solo il frutto di un accordo fraudolento tra proprietario di casa e inquilino al solo fine di resistere ai tentativi di pignoramento dell’immobile. Senonché non sempre è facile vincere questo genere di causa e una conferma viene da una recente sentenza del Tribunale di Padova [1]. Secondo tale pronuncia, perché possa vincere l’azione revocatoria, il creditore deve dimostrare che l’inquilino era a conoscenza del pignoramento dell’immobile a lui affittato. Diversamente egli non può chiedere la nullità del contratto di locazione a suo dire “simulato”.

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