mercoledì 13 aprile 2016

Crif: come cancellarsi dalla banca dati

Fonte:   laleggepertutti.it




La Crif, al pari di Experian Cerved e Ctc, sono Sic, ossia Sistemi di informazione creditizia: si tratta di banche dati detenute da soggetti privati (che nulla, quindi, hanno a che fare con lo Stato) in cui confluiscono i dati relativi a esposizioni debitorie nei confronti delle banche o qualsiasi altro intermediario di credito: si pensi alle richieste di mutui, prestiti, fidi, carte di credito, ecc. Non si tratta, quindi, di una banca dati pubblica come è, invece, la Centrale rischi tenuta dalla Banca d’Italia. Nella centrale rischi di Banca d’Italia sono censiti tutti i crediti concessi sopra i 30mila euro (se in sofferenza anche i crediti inferiori a 30mila euro). Nelle Sic, invece, gli istituti finanziari possono segnalare volontariamente tutti i dati relativi ai prestiti concessi.


Tra i più famosi ci sono Crif (www.crif.it), Experian (www.experian.it), Ctc (www.ctconline.it) e Assilea (www.assilea.it), con quest’ultima, in particolare, che censisce tutti i clienti leasing delle associate.

I dati contenuti in Crif attengono solo a rapporti di credito (vengono esclusi, quindi, eventuali protesti di assegni o cambiali) e sono consultabili dalle banche per poter verificare l’affidabilità del potenziale cliente al momento in cui questi presenta una richiesta di finanziamento.
Non si tratta, quindi, di dati necessariamente “negativi”, come nel caso di mancato o ritardato pagamento di un mutuo, ma anche di informazioni “neutre”, come la richiesta di un prestito, o addirittura “positive”, come la regolarità nei pagamenti di un finanziamento.

Tali dati, raccolti dalle banche e dalle finanziarie, servono a capire il livello di indebitamento complessivo della persona, consentendo così di evitare situazioni di sovraindebitamento e il rischio di default del soggetto. Allo stesso modo consentono di attribuire un grado di affidabilità positiva al cliente in regola con precedenti prestiti, in tal modo agevolando e accelerando l’istruttoria per ulteriori finanziamenti.

Le Sic sono regolate da un codice deontologico che è un allegato al famoso decreto sulla privacy del 2003 [1].


Quali mancati pagamenti vengono segnalati in Crif?

Come detto, oltre alle informazioni neutre o positive, nella banca dati vengono anche iscritte le segnalazioni di morosità o ritardi di pagamento (secondo i tempi che a breve indicheremo). In particolare, le operazioni di finanziamento oggetto di segnalazione sono solo mutui, prestiti, leasing, carte di credito, fidi di conto corrente.
Solo le banche o le società finanziarie hanno la possibilità di segnalare ai sistemi di informazioni creditizie i cattivi pagatori. Si rischia di essere iscritti nella banca dati anche per morosità nel rimborso della carta di credito, a saldo o revolving, o quando si emettono assegni non coperti (in questo caso si finisce nel registro dei protestati, con le stesse conseguenze di chi viene segnalato come cattivo pagatore).

Banche e società finanziarie, comunque, possono segnalare ai Sic soltanto i ritardi o i mancati pagamenti di almeno due rate (o due mesi) consecutive

Se non si paga la bolletta della luce, del telefono o del gas non si viene iscritti in Crif. Nel caso, però, della bolletta del telefono si viene iscritti in Crif se, nella fattura, è compreso anche la rata per l’acquisto di un cellulare (pratica ormai assai diffusa). La segnalazione scatta, però, solo per il mancato pagamento di due rate consecutive.

Non si viene iscritti in Crif neanche nel caso di mancato pagamento delle tasse o di una cartella di pagamento di Equialia.


Che succede se si paga in ritardo un finanziamento?

In base al codice di autoregolamentazione, la prima informazione negativa che viene raccolta su un determinato rapporto di credito viene inserita nella banca dati solo dopo 60 giorni, in modo da non mettere troppo stress sul debitore e consentirgli di regolarizzare la propria posizione. Pertanto, prima di suddetti due mesi le banche non potranno conoscere tale irregolarità. In pratica, la mora di una singola rata o di un solo mese non viene iscritta. A partire dal secondo, però, se l’inadempimento prosegue, scatta la segnalazione.


È necessaria una comunicazione scritta prima della segnalazione?

Prima di inserire tale iscrizione negativa, la banca o la finanziaria deve inviare al cliente una comunicazione scritta: si tratta di un preavviso da spedire 15 giorni prima della segnalazione, in cui si ricorda il consumatore del ritardo nel pagamento. Se questi paga, l’informazione su quel ritardo non verrà mai vista da nessuno.

Se mancata tale comunicazione scritta, il consumatore può chiedere la cancellazione del proprio nome dal registro della Crif e il risarcimento per i danni conseguenti a una eventuale mancata apertura di conto corrente o concessione di un finanziamento.


Quali sono i tempi di conservazione dei dati in Crif?

Per ogni tipo di segnalazione sono previsti tempi differenti di conservazione dei dati in Crif:

– richieste di finanziamento: 6 mesi se l’istruttoria lo richiede o per 1 mese in caso di rifiuto della richiesta o di rinuncia;

– morosità di 1 rata o di un solo mese, poi sanata: non viene mai iscritta in Crif;

– morosità di 2 rate o due mesi, poi sanate: 12 mesi dal momento del pagamento;

– morosità di 3 o più rate o di oltre due mesi, poi sanate: 24 mesi dal momento del pagamento;

– morosità non pagate: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto dell’ultimo aggiornamento.


È possibile cancellarsi dalla Crif prima dei termini?

Così come oltre i suddetti termini i dati non possono essere più conservati in Crif, dall’altro lato, però, non è possibile ottenere la cancellazione delle informazioni negative prima del tempo, neanche se il debitore rispetta, in seguito, le scadenze dei pagamenti.
Sono quindi false le informazioni che spesso forniscono determinate società che millantano la cancellazione dai Sic, spesso chiedendo in cambio delle cifre molto alte per qualcosa che è tecnicamente impossibile.

La cancellazione anticipata può essere richiesta e ottenuta solo per i dati positivi, mentre la cancellazione anticipata dei dati negativi può avvenire solo in caso di errore o mancato aggiornamento da parte dell’istituto di credito. Dunque, la cancellazione anticipata delle informazioni neutre o positive non migliora, ma può solo danneggiare la situazione del consumatore.


Quali sono le conseguenze in caso di segnalazione alla Crif?

La segnalazione a un Sic come cattiva pagatore comporta:

– l’impossibilità a ottenere un mutuo, un prestito, un fido di conto corrente o una carta di credito

– se si ha già un fido bancario o una carta di credito, la banca potrebbe decidere di revocare il fido e di chiedere la restituzione della carta (deve essere previsto nelle condizioni contrattuali);

–  la banca potrebbe decidere di non aprire un nuovo conto corrente al consumatore, ma non può chiudergli forzatamente quello già aperto in precedenza.


È possibile conoscere la propria posizione dentro Crif?

Certo; il consumatore può chiedere di accedere ai propri dati registrati in un sistema di informazioni creditizie al gestore del Sic o all’intermediario, che devono rispondere tempestivamente, per ottenere aggiornamento, rettifica o cancellazione dei dati [2]. La richiesta può essere presentata tramite internet. In particolare, per inviare l’istanza bisogna compilare il modulo online presente sul sito della Crif (www.crif.it).
Il riscontro verrà dato entro 15 giorni dalla ricezione della documentazione completa (modulo di richiesta firmato e documenti identificativi). Per l’esercizio del diritto di accesso, Crif ed Experian richiedono un importo di 10 euro nel caso non sia presente nessuna informazione a nome del consumatore. Nei restanti casi il servizio è gratuito.


 Si può chiedere la rettifica delle informazioni errate?

Chi è stato iscritto in Crif ha sempre diritto, oltre che a richiedere l’accesso ai propri dati, anche a ottenere la rettifica di inesattezze. Il tipico esempio è quello per cui la segnalazione non avrebbe dovuto essere effettuata per insussistenza della morosità. In tal caso la rettifica va chiesta sia alla propria banca che alla Crif.
Un altro esempio è il furto di identità e la frode. Si pensi al caso di un soggetto cui viene clonata o sottratta la carta d’identità per chiedere un prestito, che poi non viene onorato, sicché questi si ritrova, di punto in bianco, segnalato in Crif. In tal caso occorre denunciare la frode alla polizia e prendere contatto con la banca o con il gestore del Sic.


Come ottenere un prestito se si è segnalati in Crif

La segnalazione alla Crif rende impossibile ottenere un mutuo o un finanziamento dalla banca se si è lavoratori autonomi. Invece, i lavoratori dipendenti possono aggirare il problema attraverso la cessione del quinto dello stipendio a una finanziaria. Tale modalità, infatti, dà maggiori garanzie al finanziatore che trattiene la rata direttamente dalla busta paga del debitore. Tuttavia, in tali casi la cessione viene concessa a condizione che

– il contratto di lavoro sia a tempo indeterminato
– il datore di lavoro sia un ente pubblico o una società di dimensioni medio-grandi.

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